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InformaCUN - 334

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Resoconto n. 334 – Adunanza straordinaria  telematica del 22 Giugno 2023.

PARERE sullo SCHEMA DI DECRETO MINISTERIALE RECANTI I CRITERI PER IL RIPARTO DEL FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO (FFO) DELLE UNIVERSITA’ STATALI PER L’ANNO 2023

 

Il CUN ha emanato un parere favorevole allo schema di decreto ministeriale recante i criteri per il riparto del fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università statali per l’anno 2023. Il Consiglio apprezza come negli ultimi anni sia stata invertita la tendenza al definanziamento del sistema dell’istruzione superiore. Si osserva altresì che le risorse destinate a università e ricerca oggi disponibili restano strutturalmente inferiori alla media europea e non appaiono sufficienti a garantire la copertura delle esigenze economico-finanziarie del sistema universitario. Ciò rischia di compromettere l’efficiente funzionamento e il rafforzamento del ruolo strategico dell’università e della ricerca, anche nell’ottica degli obiettivi fissati dal PNRR. Per questa ragione il Consiglio rinnova il suo richiamo affinché s’individuino con urgenza finanziamenti addizionali stabili e non vincolati per il potenziamento del sistema universitario.

Si rileva un incremento nominale significativo dell’importo complessivo del FFO rispetto all’anno precedente, che però in termini sostanziali solo in parte compensa la dinamica inflattiva dell’ultimo anno. In tale quadro, si evidenzia come una componente rilevante di tale variazione appaia vincolata a interventi specifici, irrigidendo di fatto la gestione delle risorse da parte degli Atenei. Nel dettaglio delle voci il Consiglio sottolinea che un aumento significativo dell’incidenza del “costo standard” sul FFO complessivo e che una percentuale crescente del fondo è vincolata ad interventi specifici, ciò a fronte di consistenti maggiori oneri che gli Atenei hanno dovuto sostenere nell’ultimo anno per i costi di gestione determinati dalla crescente dinamica inflazionistica e dagli aumenti retributivi del personale. Con riferimento alla quota premiale, questo Consesso osserva e valuta non positivamente che la crescita di questa voce avviene a somma invariata delle risorse complessivamente a disposizione degli Atenei. Si ribadisce la raccomandazione che  tale quota dovrebbe derivare da un reale incremento delle risorse disponibili. Come già richiamato in numerose occasioni da questo Consiglio, permane nel FFO l’insufficienza del finanziamento relativo all’adeguamento biennale delle retribuzioni a seguito della valutazione. Tali risorse, 150 milioni, non risultano adeguate a sostenere gli oneri legati agli aumenti retributivi previsti e non considerano gli adeguamenti ISTAT. La carenza di tale fondo appare ancora più evidente alla luce dei numerosi piani straordinari di reclutamento già in essere, e di quelli previsti dalla normativa vigente. In assenza di un finanziamento dedicato a questo scopo, stabile e progressivo, la crescita programmata dei reclutamenti e degli avanzamenti di carriera rischia di configurarsi come un obiettivo non sostenibile da un punto di vista economico-finanziario per l’intero sistema.

Con riferimento all’intervento perequativo (150 milioni), il Consiglio valuta negativamente il mancato aumento, come già da parere dello scorso anno, rispetto a quanto erogato annualmente nel triennio 2019-2021 (175 milioni). Questo Consiglio, in linea con i suoi precedenti pareri, esprime forte perplessità e preoccupazione per la proposta di ampliare di ulteriori due punti percentuali (0-8%) l’intervallo rispetto a quanto fissato nel 2022 (+4 punti percentuali rispetto al 2021) in quanto si rischia di aumentare ulteriormente i divari tra gli atenei. Si propone, la riduzione dell’intervallo a 0-4%.

PARERE DI COMPETENZA sulla BOZZA DI DPCM, AVENTE AD OGGETTO LA DEFINIZIONE DEL PERCORSO UNIVERSITARIO E ACCADEMICO DI FORMAZIONE INIZIALE DEGLI INSEGNANTI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E DI SECONDO GRADO.         

 

Il CUN esprime un parere complessivamente favorevole sullo schema di decreto concernente la formazione insegnanti, chiedendo il recepimento di una serie di osservazioni. Il Consiglio in primo luogo ribadisce la propria posizione espressa nella propria Raccomandazione del 18 novembre 2021 e nella propria Mozione del 16 dicembre 2021 ed in particolare riconosce la funzione, per la formazione docenti, delle scienze dell’educazione, che permettono di rielaborare le competenze disciplinari nella prospettiva dell’insegnamento, spesso introducendo un metodo innovativo per la condivisione dei saperi; sottolinea il bisogno di assicurare la formazione negli ambiti disciplinari non alterando il complessivo assetto dell’intero ciclo di formazione magistrale; ritiene che il sistema universitario debba svolgere una funzione insostituibile realizzando, nella formazione all’insegnamento, un progetto unitario sul territorio nazionale; prende atto della decisione, non in accordo con la raccomandazione del 18 novembre 2021, di collocare la formazione docenti prima della selezione per l’accesso al ruolo; ricorda l’opportunità di garantire il giusto rapporto, per la formazione docenti, delle scienze dell’educazione con le didattiche disciplinari ed infine sottolinea il bisogno di assicurare, per la formazione docenti, contenuti adeguati alle specifiche classi di concorso. Il CUN osserva che la bozza di DPCM, frutto di un dibattito intenso, che traspare nella stratificazione palese di numerose zone del testo, ha per lo più recepito, salvaguardando il complessivo assetto dell’intero ciclo di formazione magistrale, la propria posizione sulla formazione docenti espressa nei due documenti citati. Tuttavia, auspica che il testo, nella stesura definitiva, metta in rilievo maggiore la funzione delle didattiche disciplinari e delle stesse competenze disciplinari nel profilo dell’Allegato A. Il CUN ribadisce l’esigenza di garantire al percorso della formazione docenti un alto livello di qualità, riducendo al massimo la componente telematica.

 

ATTIVITÀ CONSULTIVE

Sono state esercitate le consuete funzioni consultive.

Sulla base del lavoro istruttorio dei Comitati d’Area competenti sono stati espressi pareri  sull’equivalenza di titoli esteri con titoli italiani